Fine della I Guerra Mondiale, disfatta degli Imperi Centrali (e di quello Ottomano).
La Prussia, accusata (a ragione) di essere stata la principale responsabile del conflitto, viene vessata in sede di trattato di Versailles; l'Impero Austro-Ungarico e quello Ottomano vengono smembrati. Le condizioni vessatorie (dal punto di vista delle riparazioni richieste e l'occupazione della Saar da parte francese) contribuiscono ad esacerbare l'odio tedesco nei confronti delle potenze vincitrici, alimentando nazionalismo, militarismo e revanscismo all'interno di un contesto istituzionale, la Repubblica di Weimar, troppo debole per poter sopportare quel tipo di stress. L'ascesa trionfale del Nazismo rappresentò, per molti storici, un esito quasi 'inevitabile'.
Al termine della II Guerra Mondiale, tuttavia, ci fu un processo di apprendimento da parte delle potenze vittoriose.
Invece di imporre condizioni vessatorie alla Germania si tentò di riportarla da subito nell'ambito del concerto delle liberal-democrazie, supportandone la ricostruzione economica (ma sterilizzandola dal punto di vista bellico) e riconoscendole pari dignità nei successivi processi di costruzione della NATO e della Comunità Europea. Ovvio che pesarono anche (o forse soprattutto) considerazioni di tipo strategico, legate al contenimento sovietico. Ma l'esito fu comunque positivo, direi.
Proviamo a ipotizzare che, in futuro, si ripresenti una situazione simile a quella greca del 2015. Chiaro che se i paesi del Nord si comportassero allo stesso modo, la crisi di legittimazione dell'UE aumenterebbe a dismisura. Io credo invece (o forse lo spero) che ci sarebbe, anche in quel caso, un apprendimento basato sugli errori del passato. Ma per far sì che questo esito sia probabile, oltre che auspicabile, è necessario contrastare i sovranismi (ricordo che gli 'amici' della Lega, i vari AFD, FPO ecc. son tutti iper-rigoristi) e supportare la costruzione di una comunità politica transnazionale (preferibilmente di sinistra
