Aggiornamento ad oggi. Ricciardi, consigliere di Speranza, era uno dei più strenui difensori della strategia "tamponi ai sintomatici" e basta. Garattini, il farmacologo più famoso e importante che abbiamo, invece era per farli a tappeto. Oggi il primo sembra cambiare idea e il secondo sembra averci fatto il percorso inverso, per le stesse motivazioni che si intuiscono nell'articolo da te postato.
Tra gli altri a sostegno della strategia "coreana" (hanno fatto quasi 300 mila tamponi, i cinesi 380 mila, noi 80 mila circa, per avere un'idea), anche Galli e uno dei principali responsabili dell'emergenza in Veneto, il prof Crisanti.
I motivi per cui non si fa? Tanto per cominciare, costi e tempo. I coreani, senza badare a spese e con tecnologie avanzatissime (perfino applicazioni sui cellulari), hanno abbassato il tasso di mortalità allo 0,7% (più campioni fai più viene fuori la reale portata del contagio quindi il numero di morti viene diviso per un numero maggiore).
Ma soprattutto per i motivi in cui si accenna qui: psicosi collettiva, tutti a farsi prendere dal panico, tutti ad intasare i pronto soccorso. Ce lo vedete i cittadino della strada, chiuso in casa da una settimana, che si vede costretto (ovviamente non 50 milioni di italiani ma quelli delle zone più a rischio) a fare un test e risulta positivo? Va di fori, passa per untore, si incazza, vuole essere curato, si precipita dai dottori.....insomma, sarebbe un bel casino. Nei focolai padovani hanno fatto così, dall'inizio, e i numeri sono ben diversi da quelli della Lombardia.
Secondo chi sostiene questa strategia, è un passo necessario per tracciare il virus, capirne la reale portata (il famoso paziente 1 tedesco, il manager di 33 anni dal quale sembra esser partito il contagio, era asintomatico). Secondo gli altri, meglio non scatenare panico, studiare i dati attuali per comprendere il virus e curare i malati oggi, senza intasare gli ospedali con quelli che sarebbero malati "presunti" (la gente confonde essere infettati con essere malati). Ad accompagnare la misura servirebbe un'informazione chiara, limpida, rassicurante per la popolazione, esattamente quello che hanno fatto in Corea. La strategia cinese, secondo i sostenitori del campionamento a tappeto, non basta, c'è rischio di incubazioni silenti e ai primi nuovi contatti nel mondo tornato alla normalità, che si fa? Si richiude tutto? Il problema non è secondario......non si può eradicare un virus se non fermando il mondo intero per un mese, cosa mai esistita nella storia. Allora forse dovrebbero spiegare meglio il concetto di immunità collettiva nel frattempo che si cerca di tenere sotto controllo i contagi.
Da non sottovalutare anche alcune implicazioni, appunto il drastico crollo del tasso di mortalità e soprattutto le figure che ci farebbero certi politici e gli esperti cui si affidano, che prima dicono una cosa e poi un'altra. Se per uno scienziato cambiare idea può essere un positivo bagno di umiltà, per il politico può essere più difficile passare per indeciso o ondivago.