CALCIOMERCATO 24/25

Notizie e discussione sul calciomercato del Pisa

Moderatore: Pietrino

  • djakomo ha scritto: venerdì 24 maggio 2024, 0:32
    Marsan 4.0 ha scritto: giovedì 23 maggio 2024, 11:44
    Nerazzurro78 ha scritto: giovedì 23 maggio 2024, 11:06

    E infatti a Como sono nel casino. Non stanno trovando dove giocare. I risultati sul campo prescindono dalle strutture ma i problemi logistici no. Se tu fossi in A e ti venissero le tifoserie numerose delle grandi squadre voglio vedè dove li metteresti.
    Sì, ma non capisco il punto: quindi meglio non essere competitivi fino a quando sarà tutto pronto?
    Cioè, i risultati del campo vengono dopo le strutture, per noi tifosi? Io davvero non me ne capacito: peraltro potrebbe essere un'attesa quasi messianica, visto che non sta scritto da nessuna parte che i progetti infrastrutturali debbano necessariamente concretizzarsi.
    Personalmente, da tifoso, io mi auguro che il Pisa non si limiti a vincere 8 partite su 31, in casa, in 14 mesi: poi se si dovesse giocare altrove pazienza, ce ne faremo una ragione. Ma io voglio vedere il Pisa giocare per vincere: non il campionato eh, ma almeno per essere in linea con le potenzialità della società. A me del centro sportivo me ne frega il giusto: tifo per il Pisa, non per il centro sportivo: vado a guardare una partita di calcio, non i cantieri.
    Sì però purtroppo ormai non è più possibile scindere il campo dall'extra-campo.
    Se il calcio è - come lo è per tutti noi tifosi ultra 40enni - fondamentalmente un'emozione, allora è vero: vado a guardare solo la partita di calcio. Dal punto di vista emotivo la mia presidenza ideale è stata quella di xxxxxxxx: credo di poter ricordare praticamente ogni partita, ogni sensazione, ogni incazzatura ed esaltazione di quel triennio.
    Il problema è che nella situazione attuale del calcio italiano un tifoso non può più preoccuparsi solo della partita, della stagione. Quando una retrocessione non è più un declassamento ma un possibile scenario apocalittico, devi trovare il modo di far sì che il club possa assorbirla senza necessariamente temere il fallimento. La famosa frase "l'importante è che non retroceda la società" è stata additata come stupidaggine solo da chi non capisce un cazzo di come è messo il calcio in Italia. Lo dico senza cognizione di causa, ma se fossi un salernitano o un ternano sarei piuttosto preoccupato di cosa possa succedere al mio club ad agosto.
    Non era certo quello che sognavo, ma purtroppo nel mondo aziendalizzato e cannibalizzato dalla logica commerciale anche le società di calcio devono investire tempo ed energie più fuori dal rettangolo verde che dentro: o meglio, possono focalizzarsi solo sul campo se a) hanno ottenuto una discreta capacità di autosostentamento oppure b) se ne fregano della sostenibilità e provano a far plusvalenza del club rivendendolo in una categoria superiore a quella in cui lo hanno lasciato.
    Non dico che il Pisa sia stato fino ad oggi particolarmente bravo a seguire il modello a), però di sicuro non ha scelto il modello b). Da tifoso purtroppo - ripeto, purtroppo - non posso più scindere la conformazione di una buona rosa e di una buona area tecnica dalla realizzazione di strutture che diano valore aggiunto alla società e che magari ne impediscano il collasso in caso disgraziato di retrocessione.
    Poi sono d'accordo con te, non necessariamente deve essere una struttura fisica: i casi di Empoli e Lecce - che devono essere i nostri veri modelli, altro che il Como o men che meno l'Atalanta - ti dicono che l'organizzazione, il settore giovanile, l'occhio lungo sul territorio sono anche più importanti di stadi e centri sportivi. Però la forza di queste realtà è in quello che sta nascosto sotto il risultato della prima squadra, che appunto a volte nel loro caso si è inabissata anche recentemente fino alla C per rimbalzare però poi più forte di prima
    Quoto tutto.
    Aggiungo però che queste lungaggini che stanno dietro al centro sportivo hanno stancato tutti. Se lo vuoi fa, presenti i documenti ammodo, altrimenti vuol dire che ti traccheggi per poi scaricare le colpe su altri. Sicuramente le "gelosie" che foraggiano la politica non aiutano, ms deh, anche loro presentano sempre roba incompleta.
  • rubens ha scritto: venerdì 24 maggio 2024, 7:03
    djakomo ha scritto: venerdì 24 maggio 2024, 0:32
    Marsan 4.0 ha scritto: giovedì 23 maggio 2024, 11:44

    Sì, ma non capisco il punto: quindi meglio non essere competitivi fino a quando sarà tutto pronto?
    Cioè, i risultati del campo vengono dopo le strutture, per noi tifosi? Io davvero non me ne capacito: peraltro potrebbe essere un'attesa quasi messianica, visto che non sta scritto da nessuna parte che i progetti infrastrutturali debbano necessariamente concretizzarsi.
    Personalmente, da tifoso, io mi auguro che il Pisa non si limiti a vincere 8 partite su 31, in casa, in 14 mesi: poi se si dovesse giocare altrove pazienza, ce ne faremo una ragione. Ma io voglio vedere il Pisa giocare per vincere: non il campionato eh, ma almeno per essere in linea con le potenzialità della società. A me del centro sportivo me ne frega il giusto: tifo per il Pisa, non per il centro sportivo: vado a guardare una partita di calcio, non i cantieri.
    Sì però purtroppo ormai non è più possibile scindere il campo dall'extra-campo.
    Se il calcio è - come lo è per tutti noi tifosi ultra 40enni - fondamentalmente un'emozione, allora è vero: vado a guardare solo la partita di calcio. Dal punto di vista emotivo la mia presidenza ideale è stata quella di xxxxxxxx: credo di poter ricordare praticamente ogni partita, ogni sensazione, ogni incazzatura ed esaltazione di quel triennio.
    Il problema è che nella situazione attuale del calcio italiano un tifoso non può più preoccuparsi solo della partita, della stagione. Quando una retrocessione non è più un declassamento ma un possibile scenario apocalittico, devi trovare il modo di far sì che il club possa assorbirla senza necessariamente temere il fallimento. La famosa frase "l'importante è che non retroceda la società" è stata additata come stupidaggine solo da chi non capisce un cazzo di come è messo il calcio in Italia. Lo dico senza cognizione di causa, ma se fossi un salernitano o un ternano sarei piuttosto preoccupato di cosa possa succedere al mio club ad agosto.
    Non era certo quello che sognavo, ma purtroppo nel mondo aziendalizzato e cannibalizzato dalla logica commerciale anche le società di calcio devono investire tempo ed energie più fuori dal rettangolo verde che dentro: o meglio, possono focalizzarsi solo sul campo se a) hanno ottenuto una discreta capacità di autosostentamento oppure b) se ne fregano della sostenibilità e provano a far plusvalenza del club rivendendolo in una categoria superiore a quella in cui lo hanno lasciato.
    Non dico che il Pisa sia stato fino ad oggi particolarmente bravo a seguire il modello a), però di sicuro non ha scelto il modello b). Da tifoso purtroppo - ripeto, purtroppo - non posso più scindere la conformazione di una buona rosa e di una buona area tecnica dalla realizzazione di strutture che diano valore aggiunto alla società e che magari ne impediscano il collasso in caso disgraziato di retrocessione.
    Poi sono d'accordo con te, non necessariamente deve essere una struttura fisica: i casi di Empoli e Lecce - che devono essere i nostri veri modelli, altro che il Como o men che meno l'Atalanta - ti dicono che l'organizzazione, il settore giovanile, l'occhio lungo sul territorio sono anche più importanti di stadi e centri sportivi. Però la forza di queste realtà è in quello che sta nascosto sotto il risultato della prima squadra, che appunto a volte nel loro caso si è inabissata anche recentemente fino alla C per rimbalzare però poi più forte di prima
    Quoto tutto.
    Aggiungo però che queste lungaggini che stanno dietro al centro sportivo hanno stancato tutti. Se lo vuoi fa, presenti i documenti ammodo, altrimenti vuol dire che ti traccheggi per poi scaricare le colpe su altri. Sicuramente le "gelosie" che foraggiano la politica non aiutano, ms deh, anche loro presentano sempre roba incompleta.
    Il Pisa è ormai apposto da inizio anno sul centro sportivo. Ora si aspetta il genio civile che dorme ritto. Il discorso: se vuoi prendi e fai, in Italia non vale. E te lo dico che lavoro comunque in un azienda che ha a che fare con iter di regioni o altro. E anche per fa due cazzate ci vuole un anno.
  • O meglio, per aver l’autorizzazione di farle
  • Giacomo, la famosa frase "l'importante è che non retroceda la società", è corretta e quanto mai vera. Non è la frase di per sé che mi sconvolse (me e pochi altri che evidentemente ancora hanno una sensibilità su alcuni argomenti), quanto la frase detta senza minimo accennare all'eventuale stato d'animo del tifoso, un provare a confortare, consolare coloro che seguono il Pisa H24, 365 giorni l'anno, tutta la vita, al contrario loro, senza il minimo interesse se non quello affettivo. Frase pronunciata con una tale fredezza, una tale facilità, una tale noscialanz che mi rimase impressa e che confermò le prime impressioni già abbastanza negative sulla persona e sul personaggio.

    Questo per la precisione.
  • djakomo ha scritto: venerdì 24 maggio 2024, 0:32 Sì però purtroppo ormai non è più possibile scindere il campo dall'extra-campo.
    Se il calcio è - come lo è per tutti noi tifosi ultra 40enni - fondamentalmente un'emozione, allora è vero: vado a guardare solo la partita di calcio. Dal punto di vista emotivo la mia presidenza ideale è stata quella di xxxxxxxx: credo di poter ricordare praticamente ogni partita, ogni sensazione, ogni incazzatura ed esaltazione di quel triennio.
    Il problema è che nella situazione attuale del calcio italiano un tifoso non può più preoccuparsi solo della partita, della stagione. Quando una retrocessione non è più un declassamento ma un possibile scenario apocalittico, devi trovare il modo di far sì che il club possa assorbirla senza necessariamente temere il fallimento. La famosa frase "l'importante è che non retroceda la società" è stata additata come stupidaggine solo da chi non capisce un cazzo di come è messo il calcio in Italia. Lo dico senza cognizione di causa, ma se fossi un salernitano o un ternano sarei piuttosto preoccupato di cosa possa succedere al mio club ad agosto.
    Non era certo quello che sognavo, ma purtroppo nel mondo aziendalizzato e cannibalizzato dalla logica commerciale anche le società di calcio devono investire tempo ed energie più fuori dal rettangolo verde che dentro: o meglio, possono focalizzarsi solo sul campo se a) hanno ottenuto una discreta capacità di autosostentamento oppure b) se ne fregano della sostenibilità e provano a far plusvalenza del club rivendendolo in una categoria superiore a quella in cui lo hanno lasciato.
    Non dico che il Pisa sia stato fino ad oggi particolarmente bravo a seguire il modello a), però di sicuro non ha scelto il modello b). Da tifoso purtroppo - ripeto, purtroppo - non posso più scindere la conformazione di una buona rosa e di una buona area tecnica dalla realizzazione di strutture che diano valore aggiunto alla società e che magari ne impediscano il collasso in caso disgraziato di retrocessione.
    Poi sono d'accordo con te, non necessariamente deve essere una struttura fisica: i casi di Empoli e Lecce - che devono essere i nostri veri modelli, altro che il Como o men che meno l'Atalanta - ti dicono che l'organizzazione, il settore giovanile, l'occhio lungo sul territorio sono anche più importanti di stadi e centri sportivi. Però la forza di queste realtà è in quello che sta nascosto sotto il risultato della prima squadra, che appunto a volte nel loro caso si è inabissata anche recentemente fino alla C per rimbalzare però poi più forte di prima
    Mi lego a questo post, che condivido in toto, per fare un'altra considerazione sul calcio di oggi e in particolare sull'essere e sull'apparire. Parlo di allenatori: Aquilani "il predestinato" piace e questo evidentemente a prescindere dai risultati del campo. Un qualsiasi allenatore esordiente dopo un campionato con più ombre che luci avrebbe suscitato delle perplessità e invece, a seguire i giornali, lo vorrebbero società importanti. Quindi ci sono fattori "extra campo" che influenzano i giudizi dei media e degli addetti ai lavori. Uno come quel cretino di Allegri funziona, perché fa lo splendido nelle interviste, innesca continue polemiche e sul suo indecoroso show in coppa italia c'hanno campato una settimana. Quindi è funzionale a un sistema che campa e prospera intorno al calcio. Mancini sempre elegante e col ciuffo ribelle fa certamente più figura del nostro amato Omone che compra le magliette girocollo al mercato ed è socievole come un orso marsicano. Questo per dire che nel baraccone del calcio di ora, piaccia o non piaccia (a me non piaccia), tutto quello che gira intorno conta almeno quanto i risultati sul campo.
    “Nel calcio il divertimento è il 30% e la fatica pure. Il restante 40% è la perdita e la riconquista della palla, cioè una grande rottura di coglioni”, Luciano Spalletti
  • Sì Djakomo, lo so anche io come funziona il calcio contemporaneo.
    Ciononostante, continuo imperterrito a interessarmi solo ed esclusivamente al campo: perché se già dispongo di pochi strumenti per valutare una stagione calcistica, figuriamoci quanta dimestichezza abbia nel parlare di battenti idraulici, vincoli ecc.. Peraltro sono aspetti, questi ultimi, che non mi muovono niente, a livello emotivo: poi se un giorno avremo un bel centro sportivo sarò felice, ci mancherebbe, ma non è che sarà quell'aspetto - personalmente - a rendermi più orgoglioso del Pisa Sc.
    Il Pisa Sc per me è la squadra che scende in campo: e la squadra che scende in campo, se non ha né capo né coda, la reputo peggiore di una squadra scarsa ma volitiva. Ecco, dopo due anni di squadre senza né capo né coda vorrei una squadra con un'identità precisa e possibilmente competitiva: se poi partono i lavori del centro sportivo meglio, ma del resto "se non è giugno sarà luglio..."
    HO CAMBIATO LA FIRMA MA NON DIMENTICO
  • Con la salvezza del Bari regaliamo Sibilli per 700mila euro.
    Corrado Giovanni pochi affari e tanti Danni.
    Levate il Ruzzino a Dondolino
  • Per la precisione 1 milione.
    200mila per il prestito e 800mila per il riscatto.

    Per un 28enne di Serie B che si è salvato ai play out...
    La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli (F. Dostoevskij)
  • Garu ha scritto: venerdì 24 maggio 2024, 14:38 Per la precisione 1 milione.
    200mila per il prestito e 800mila per il riscatto.

    Per un 28enne di Serie B che si è salvato ai play out...
    Ma infatti per me è un'ottima operazione
    HO CAMBIATO LA FIRMA MA NON DIMENTICO
  • Tra l'altro vedevo che Transfermarkt dopo la super stagione di quest'anno lo quota 900mila dopo che lo quotava 400mila quando l'abbiamo dato in prestito. Per cui mi pare che le cifre siano quelle
    La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli (F. Dostoevskij)