POLITICA
Undesirable Matteo Renzi
sabato, 20 agosto 2016, 22:46
di aldo grandi
In un Paese appena appena normale uno come Matteo Renzi, primo ministro più odiato che eletto, sarebbe già stato processato per alto tradimento invece di essere chiamato per partecipare, per di più in pompa magna, ai talk-show per turisti annoiati o in cerca di relax per dimenticare la quotidianità dell'esistenza. Ma l'Italia non è, non è mai stato né, purtroppo, mai sarà un Paese normale e così, in una Versiliana che trasuda, quest'anno come non mai, di politici e politicanti senza arte né parte, la domenica 21 agosto il primo ministro dell'Italia invasa da milioni di clandestini, invece di starsene sulle coste a difendere la patria dall'arrivo in massa dei saraceni, sarà seduto in bella vista intervistato - e ci auguriamo anche un po' massacrato - da Paolo Del Debbio che conosciamo, stimiamo, apprezziamo e che, ci auguriamo, non avrà il benché minimo riguardo verso un uomo la cui ambizione è pari alla sua incapacità. La Presidenziale, da sempre attenta a sorvegliare la vita del capo del Governo, avrà il suo lavoro per evitare contestazioni, ma, soprattutto, per blindare un primo ministro che, va sottolineato, alloggerà, salvo smentite dell'ultim'ora, all'Hotel Villa Roma Imperiale di Forte dei Marmi, un albergo, il più lussuoso di tutta la Versilia, cinque stelle extralusso nel quale, forse è il caso di ricordarlo, non sono soliti accogliere i migranti tanto cari al nostro pardon, vostro premier.
Immaginiamo, conoscendolo, quale gioia e quale spirito di sacrificio sarà costretto a fingere e a sorbirsi il sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni, ultimo baluardo, con Vittorio Fantozzi sindaco di Montecarlo e dopo la vittoria di 'lingua biforcuta' als ecolo sara D'Ambrosio neosindaco di Altopascio, contro i diktat e le bizze della pre-fetta, la prima fetta, figlia dell'alchimnista Giovanna Cagliostro la quale, se potesse, ficcherebbe un clandestino nella casa di ogni abitante della provincia da lei 'sorvegliata'.
Purtroppo viviamo in un Paese dove i prefetti, veri e propri bracci, se non armati certamente altrettanto pericolosi, del Governo hanno, da sempre, dettato legge e se nel caso della Cagliostro va detto che la sua onestà è, indubbiamente, certificabile, chi scrive ha memoria di elefante e ricorda suoi predecessori che questa onestà, a dirla tutta, l'avevano mandata a farsi fottere: lavori effettuati e non pagati, acquisti di mogli mai saldati e altre amenità che chi avrebbe potuto e dovuto denunciare si è guardato bene dal farlo anche perché, quando ci ha provato, si è visto recapitare a casa visite non proprio del tutto gradite. E se per caso a qualcuno dovesse venire in mente di saperne di più, lo invitiamo a lasciar perdere poiché se dovessimo aprire l'armadio, non basterebbe l'ossario del Verano a sputare fuori tutti gli scheletri esistenti e contenuti.
Tornando al Nostro, che sia un personaggio - e con lui le sue truppe cammellate in gonnella e non - sgradito che non vuol dire scomodo e indesiderato, non ci sono dubbi. A Sinistra lo prenderebbero a calci nel sedere per quella sua mania di essere così a destra da rischiare di finire, costantemente, per abbracciarla; mentre a Destra lo pgetterebbero giù dalla torre - una qualsiasi, senza distinzione - con la speranza che, una volta finito sull'asfalto, non avesse più non tanto la forza di rialzarsi, quanto quella di aprire la bocca per dire quello a cui, ormai, nessuno, nemmeno il più fedele amico dell'uomo, il cane, crede più. Ambizioso come nessun altro primo ministro, addirittura più di Silvio Berlusconi che, quanto a imprenditore, aveva realizzato a sufficienza per soddisfare il proprio ego, lui, il Matteo, che in affari non ne ha mai azzeccata una, questo putto o puffo fiorentino che dir si voglia ha preso tutti per il culo. Ha promesso riduzioni di tasse e aumenti di posti di lavoro che nessuno, salvo i suoi esperti in statistica applicata sì, ma alla fantasia, ha mai visto. Il suo braccio destro per le vicende economiche - Yoram Gutgeld - e meno male che non è anche il sinistro, ha promesso, a sua volta, che in dieci anni cambierà l'Italia: solo l'idea che questo Stivale debba ancora essere governato per un deca dai fiorentini che hanno conquistato Roma, è cosa da far venire i brividi oltreché l'itterizia.
L'unica cosa, sicura, matematica, incontrovertibile che Renzi è stato capace di fare a parte infilare i suoi fedelissimi nei posti chiave della politica e non solo italiana, è stata quella di aprire le gabbie e far sbarcare, sulle nostre coste - indifese, martoriate, massacrate, violentate, stuprate, svendute - milioni di clandestini tra cui centinaia di potenziali terroristi la cui presenza è stata negata per anni da quell'altro genio della stirpe che risponde al nome di muso di gomma-Alfano salvo, poi, doverlo amaramente ammettere. E la cosa peggiore è che noi, popolo italiano che lavora e produce, questa gente la paga dai 12 mila euro al mese in su quando, per noi, spesso non c'è nemmeno di che permettersi una serata diversa dalle altre.
Siamo invasi da profughi che non scappano dalla guerra, bensì dalla miseria ed è un loro diritto mentre non è nostro dovere accoglierli a braccia aperte sapendo benissimo che la solidarietà e l'umanità si scontrano, inevitabilmente, contro l'antropologia culturale che governa il genere umano da sempre, anche da prima che questo putto-puffo viola sbarcasse su questo pianeta per dirci, in compagnia dell'Omino vestito di bianco di Piazza San Pietro, che la terra non è più rotonda, ma è tornata ad essere piatta. Lui e la sua compagna di banco, Laura Boldrini, li hanno fatti entrare e li mantengono non si sa bene come, facendo fare soldi alle cooperative rosse e bianche e a tutti coloro che, per un piatto di lenticchie, venderebbero anche la propria madre o accoglierebbero, tra le mura amiche, anche i monatti e i loro appestati. Non si sono nemmeno chiesti se il popolo italiano, quel popolo nel cui none si sciacquano la bocca senza nemmeno conoscerne le origini, la storia, la sofferenza, la cultura, la dignità, avrebbe gradito, senza nemmeno domandarglielo, senza nemmeno indire un referendum visto che, tra l'altro, in fatto di consultazioni impopolari, ne indirebbero una anche per decidere se andare o meno al cesso.
E adesso che hanno infestato questo Paese di prepotenza e falso buonismo, non hanno nemmeno il coraggio e la dignità di spiegare come pensano di continuare così, accogliendone a migliaia ogni settimana, come pensano, soprattutto, una volta che sarà finita la pacchia, di rispedirli a casa. Sono, questa Sinistra radical chic o choc a seconda dei punti di vista, dei grandi figli di xxxxxx, finocchi sì, ma con il culo degli altri, disposti ad accogliere a senso unico, ma non certo dove vanno loro, vedi a Capalbio, a trascorrere le vacanze. Li spediscono, a pioggia e complici i prefetti che, ossequiosi alle direttive si guadagnano la carriera sulle spalle della Storia, dove possono, ovunque, come schegge impazzite o frammenti di bombe a grappolo. Ma quando tutto ciò sarà finito e milioni di disgraziati senza lavoro, senza niente se non un profondo odio verso chi gli ha promesso e non mantenuto, batteranno cassa chiedendo e pretendendo, che cosa, i nostri figli, avranno da rispondere?
Aveva ragione Ida Magli, insostituibile maestro, contro una simile classe dirigente solo una rivolta armata, un colpo di stato avrebbe un senso, ma, come ebbe a dire una volta a chi glielo rimproverava, sorridendo, Giorgio Almirante, un fascista intelligente, in Italia, al massimo, si possono avere i colpi di sole. E allora l'unica speranza che ci resta è una bella, inesorabile, incurabile, ineluttabile... insolazione.