Marsan 4.0 ha scritto: ↑venerdì 8 maggio 2020, 16:08
Ragazzi, se continuate così ci rimanete secchi, ma mi'a per il virus.
Cerchiamo di rimanere minimamente lineari con le argomentazioni: cioè, per quanto il problema sia complesso, se uno solleva una questione non può arrivare un altro a sollevarne un'altra (magari adiacente), perché poi arriva un altro che ne aggiunge una in più e, alla fine, non ci si capisce una sega nulla.
I miei punti sono i seguenti:
1a) l'Italia ha mostrato tutta la sua inadeguatezza ad affrontare l'emergenza sanitaria (in termini di servizi e accessi alle cure): NON entro nel merito dei perché;
1b) Tutti i numeri rilevati sono praticamente privi di senso, lo son stati fin da subito. Non esistono parametri condivisi, a livello internazionale, per la raccolta e la classificazione dei dati. Non esistono procedure standard, né a livello internazionale né a livello regionale, per la diagnostica preventiva e le connesse misure di intervento. Non conosciamo il numero dei contagiati reale, non conosciamo il numero vero dei decessi (la gente è morta come mosche, in casa, nelle RSA e anche negli ospedali perché non c'era modo che venisse curata decorosamente); i dati sui tamponi sono stati presentati in modo errato fino a una settimana fa (visto che venivano contati più volte i medesimi soggetti testati); l'unico dato verosimile è quello delle terapie intensive;
1c) le sperimentazioni di cure e vaccini richiedono anni, non settimane: le ricette miracolose lasciatele ai fedeli della xxxxxx di Medjugorie, ora stanno andando ovunque a tentoni e nessuno, da nessuna parte, possiede LA ricetta definitiva. Non si è neppure ancora capito, con certezza, se una volta preso il virus si è immunizzati o meno, ditemi voi che senso ha fare congetture del c@zzo in questo ambito.
2a) la comunicazione istituzionale affidata a dottori e, in genere, scienziati è un errore imperdonabile: i medici non sanno comunicare, hanno una visione delle cose diversa da quella dei cittadini, questo vale sempre e comunque, figuriamoci durante un'emergenza sanitaria, dove diventano di colpo protagonisti della scena: sono terroristi loro malgrado, e non credo per malafede (al netto degli odi e dei rancori personali). Ci sono dei passaggi logici, nelle argomentazioni, che vengono dati per scontati oppure comunicati in maniera inadeguata: questo crea incomprensioni, aumenta le ansie, genera mostri.
2b) i giornalisti: al netto delle considerazioni legate al fatto che 'devono' fare notizia, il livello medio dei giornalisti italiani è da diti in culo. Bastava ascoltare le domande che venivano poste durante la conferenza della Protezione Civile: gente che spesso non aveva capito un c@zzo di nulla o, peggio, non avendo nulla da dire continuava a ripetere i soliti discorsi, che alla fine contribuiscono a generare a loro volta ansia, perché sembra non cambi nulla.
3) la politica italiana ha mostrato la sua fragilità: non ci sono, da diversi decenni, politici che abbiano un minimo di spalle larghe (che non vuol dire essere 'leader', parola del cazzo) e si è visto, come si era visto nel 2011, quando chiamarono Monti a fare il gioco sporco;
4) il sistema-Paese nel suo complesso ha mostrato la propria arretratezza: un Paese fondato sulle PMI, già poco competitive, va a gambe all'aria. Un Paese privo di politica industriale e, ormai, anche di industrie non può sopravvivere (ma anche qui: NON entro nel merito dei perché);
5) i cittadini italiani si sono dimostrati molto migliori di come, in genere, la pubblicistica (italiana e internazionale) li dipinge: un punto che andrebbe enfatizzato molto più delle infrazioni, peraltro inevitabili.
Ecco, si possono affrontare i punti singolarmente, approfondendoli, evitando di incrociare tutto e il contrario di tutto.