coronavirus

argomenti liberi e off topic a volontà

Moderatore: Pietrino

  • Sì ma allora è un'assurdità... a parte che già sulla definizione "patologie pregresse" c'è da discutere. Un 85enne difficilmente non è iperteso. Se è così, a me pare sbagliato sia il criterio italiano (che sopravvaluta i morti) sia quello tedesco che li sottovaluta.
    A me piacerebbe sapere 1) quandi italiani di età 80-90 anni muoiono di media fra il 15 febbraio e il 15 marzo, e 2) quanti ne sono morti quest'anno. Scusate se magari sono cose arcinote, ma io non sono tipo da guardarmi 5 telegiornali al giorno.

    Detto questo, in nessun anno la terapia intensiva della Lombardia ha mai avuto le scene attuali, per cui non lo dico certo per sminuire la portata enorme di questo virus
    Non potete pagarmi tanto poco quanto poco io possa lavorare (anonimo jugoslavo)
  • Bergamo al collasso, esattamente 25 giorni fa 60mila atalantini sono andati a milano tutti insieme appassionatamente. Si sarà capito che è meglio sta a casa?? Considerato incubazione, sintomi e aggravamento, dobbiamo tenere duro questi 10 giorni in cui si rischia davvero un'emergenza sanitaria e di tenuta sociale che verrà studiata sui libri di storia.
  • Non oso immaginare quello che succederà in UK :arrow:
  • Carlosofo1 ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 0:02 Uno che ha il coraggio di dire: “ci dobbiamo preparare perché ogni famiglia perderà un suo caro” ed espone, senza fare nulla, il suo paese ad un massacro, attuando il darwinismo sociale della teoria la sopravvivenza del più forte (o del più ricco che può curarsi) con il pretesto dell’immunità di gregge, dovrebbe essere arrestato per attentato alla salute pubblica e condannato all’ergastolo. Il cinismo di quell’alcolizzato andato al potere non è molto distante da quello di Hitler.
    Ragazzi, gli inglesi sono i maestri indiscussi delle manipolazioni e delle distorsioni. Hanno avuto imperi secolari e son passati per illuminati colonizzatori nonostante crimini commessi (ho già citato l'Irlanda, a me cara). Le cricche massoniche che circolano intorno alla casa reale sono un covo di nazisti di cui il principe consorte è più famoso esponente e non hanno mai fatto mistero di ricorrere ogni tanto ad un po' di (mal)sano darwinismo sociale, come giustamente dici. La questione dell'immunità di gregge ci sta ma al contempo devi avere le risorse necessarie (soldi, ospedali, dottori, posti letto...) per poterti permettere di minimizzare le perdite di vite umane. Che invece non hanno. Da qui la frase sull'impotenza di rafforzare il sistema sanitario e l'inevitabile "to lose loved ones before their time".
  • djakomo ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 0:24 Sì ma allora è un'assurdità... a parte che già sulla definizione "patologie pregresse" c'è da discutere. Un 85enne difficilmente non è iperteso. Se è così, a me pare sbagliato sia il criterio italiano (che sopravvaluta i morti) sia quello tedesco che li sottovaluta.
    A me piacerebbe sapere 1) quandi italiani di età 80-90 anni muoiono di media fra il 15 febbraio e il 15 marzo, e 2) quanti ne sono morti quest'anno. Scusate se magari sono cose arcinote, ma io non sono tipo da guardarmi 5 telegiornali al giorno.

    Detto questo, in nessun anno la terapia intensiva della Lombardia ha mai avuto le scene attuali, per cui non lo dico certo per sminuire la portata enorme di questo virus
    No, hai ragione, non si deve sminuire. Il problema di questo virus è che sembra provocare complicanze più serie di una normale influenza ed essendo molto contagioso, rischia di intasare gli ospedali, soprattutto perchè siamo una popolazione anziana e malata.
    Se vai sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità, ci sono i dati: il virus, riscontrato nei deceduti, non si può definire una causa diretta ma ha certamente contribuito a dare il colpo di grazia a gente che aveva, in media, due-tre gravi patologie. Da una parte sembra essere non letale (non più delle influenze stagionali) e facilmente superabile con zero o pochi sintomi riscontrati, si stima un numero di infettati 20-30 volte superiore. Dall'altra sembra catalizzare la fine di chi ha grossi problemi (i due giovani morti sotto i 40 anni: uno diabetico, obeso, con problemi seri, anche psichiatrici e l'altra una malata oncologica).
    Sulla letalità, tasso tra morti e malati, si può stare quanto si vuole ma non è bello sentire "tanto sarebbero morti uguale". Sicuramente possiamo dire nella stragrande maggioranza dei casi, il virus non è stato la causa primaria ma una concausa sì. Come dire, se ho problemi gravi e mi danno 5 anni di vita al massimo, preferirei non beccare un virus che magari mi fa fuori dopo due esacerbando i miei problemi, non so se mi spiego...
  • Bellissima riflessione dello psicologo Morelli

    “Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.
    Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare...
    In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l'economia collassa, ma l'inquinamento scende in maniera considerevole. L'aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira...

    In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.

    In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all'altro, arriva lo stop.
    Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro.
    Sappiamo ancora cosa farcene?

    In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.

    In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel "non-spazio" del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
    Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?

    In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.

    Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
    Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.
    Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo."

    (Cit. F. MORELLI)
    Solo per la paglia.
  • Credo ci abbiamo pensato un po' tutti, lui ha solo messo ordine scrivendo.
    Buongiorno.
    Solo per la paglia.
  • Gli inglesi guardino al futuro con ottimismo :arrow:
    Il soggetto biondo che vuole affrontare il virus con l'immunità di gregge è lo stesso che ha voluto la Brexit sventolando slogan sui benefici della stessa.
    Se vuoi sapere come è fatto il leone chiedi a un livornese di spiegarti un gatto
  • Ma la vicenda dei militari usa ha a che fare col virus?
  • Quarto podere ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 7:15 Bellissima riflessione dello psicologo Morelli

    “Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.
    Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare...
    In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l'economia collassa, ma l'inquinamento scende in maniera considerevole. L'aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira...

    In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.

    In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all'altro, arriva lo stop.
    Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro.
    Sappiamo ancora cosa farcene?

    In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.

    In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel "non-spazio" del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
    Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?

    In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.

    Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
    Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.
    Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo."

    (Cit. F. MORELLI)
    Nel 300 tanto inquinamento e sovrappopolazione non c era. Arrivo dalla cina la peste nera
    1 su 3 mori. Forse di più.
    Le epidemie ci sono sempre state.
    Poi su alcune considerazioni ha pienamente ragione
    Soprattutto sul fatto che si corre sempre dietro non si sa cosa
    Pisa pesa il pepe al papa