schedina valida o no?
Moderatore: Pietrino
-
Barbi, non nel senso della fattoria di Montalcino, nel senso di Barbie , ma no Klaus, le bambole.Solo per la paglia.
Io adoro questra striscia (non questa in particolare, dico in generale):
http://www.bunicomic.com/comic/buni-883/
http://www.bunicomic.com/comic/buni-883/
la Barbie c'ha la musi'a classi'a????
Sì, almeno ner dvd che ciavevo io, roba da bimbe, tipo Il ago dei cigni o la Pastorale, certo un ci mettano Bartok o Berg, anche se sarebbe curioso.....
Solo per la paglia.
mi dissocio da tutti voialtri
e dai 20 ospiti del cazzo che stanno qui a risucchio
Ore 21:00 (più o meno, ora non state a guardà il capello) Ringhio Gattuso in diretta.
PISA xxxxx
domandagli se silvio gli ha fatto mai chiavà una zoccola delle sue
Potevi scrive una parola a rigo già che c'eriSATOLLO ha scritto:18
CORRIERE DELLO SPORT
STADIO
Una società in crisi profonda
ma la squadra lotta per la A
con tutta la città schierata
in una nuova storia incredibile
di caduta e riscatto. Abbiamo
incontrato l’uomo simbolo
della vicenda, il Rino nazionale
Chiamate Clint Eastwood e
ditegli di venire a Pisa. Ditegli
di venire a Pisa perché,
di questa storia, un maestro
del suo genio ne farebbe un
film di sport bello come Invictus.
Anche se Invictus ha
raccontato l’epopea del Sudafrica
di Mandela campione
del mondo di rugby
e Gattuso, invece, inchioderebbe
il regista due volte
Premio Oscar con lo straordinario,
surreale copione
che sta scrivendo con l’Associazione
Calcio Pisa 1909.
Più semplicemente, il Pisa.
CATENA UMANA. Il Pisa terzo
in classifica in serie B assieme
al Benevento, alle spalle
di Cittadella e Verona. Il
Pisa che non ha uno stadio
dove i suoi tifosi possano
entrare, i tifosi che ogni
club al mondo desidererebbe
avere: a Ferragosto, formano
una catena umana di
centinaia di persone, attorno
al campo d’allenamento,
per impedire che il bus
sociale portasse la squadra
ad Avellino dove la proprietà
voleva condurla; nell’ultima
di campionato, sono in
duemila all’esterno dell’Arena
Garibaldi a fare un chiasso
d’inferno per la squadra
che, dentro lo stadio vuoto,
batte l’Ascoli e poi s’arrampica
sugli spalti per salutare
quelli che stanno fuori, ebbri
di gioia e con le lacrime
agli occhi. Il Pisa che ha un
presidente agli arresti domiciliari
e il figlio diciannovenne
amministratore
unico, catapultato in una
dimensione terribilmente
più grande di lui. Il Pisa che,
oggi come oggi, non ha una
proprietà capace di garantirgli
un presente degno e
un futuro migliore ma non
se ne vuole andare e non
si capisce che cosa voglia
fare. Il Pisa che ha dipendenti
per i quali lo stipendio
al 27 è un terno al lotto:
a volte esce e altre non esce,
così per mesi. Il Pisa per il
quale Lazzari (358 partite
da professionista, 41 gol) e
Mudingayi (377 partite da
professionista, 5 gol, 18 presenze
nella nazionale belga)
si allenano da mesi senza
contratto poiché non sono
stati ancora tesserati, ma
non battono ciglio e ogni
giorno si preparano come
se dovessero giocare domani.
Il Pisa di Gennaro Rino
Gattuso, 38 anni, leggenda
del Milan e della Nazionale
campione del mondo 2006.
Lui del Pisa è tutto: l’allenatore,
il leader, l’icona. Ringhia
contro i nemici. Attacca
i quaquaraquà. Difende
i giocatori e la gente che li
ama. Passi due ore a parlare
con lui e capisci perché
qui, per lui, farebbero qualunque
cosa.
TUTTI UNITI. Lo avverti subito
quando entri nel campo di
San Piero a Grado, dove la
squadra si allena. Uno si aspetta
di trovare musi lunghi
sotto una cappa livida.
Macché. Questi sono tutti
uniti attorno a Rino e non
mollano di un centimetro.
Il mattino e il pomeriggio
corrono, sudano, faticano
come se non fossero dentro
un frullatore che ogni giorno
sputa incognite, domande
senza risposte, interrogativi
che restano dentro
l’ondivago indecisionismo
di una proprietà che,
fisicamente, a Pisa non può
più mettere piede. Eppure,
la squadra va. Eccome se va.
«C’è una cultura del lavoro
straordinaria, c’è una voglia
di lottare che impressiona».
E, detto dall’ex azzannacaviglie,
fortissimo
fra la squadra e la
sua gente che fa muro attorno
alla squadra. Attorno
a Gattuso, si muovono
il segretario generale,
l’avvocato Piero Baffa; il segretario
sportivo Bruno Sabatini;
il segretario del settore
giovanile Gianni Riccio;
Riccardo Silvestri («Se
non fossi pisano non sarei
qui: Il Pisa è qualcosa che
ti entra dentro da quando
sei bambino e non va
più via») ed Eleonora Bon
che curano i rapporti con i
mezzi d’informazione. Ognuno
sa che cosa deve fare
e sa perché lo fa.
PER PISA. «Rino? E’ unico».
Una domanda e due parole
per rispondere in coro. «A
me piacerebbe fare solo
l’allenatore, invece, sono
costretto a fare di tutto».
Sorride. E’ in gran forma.
«Ho perso cinque chili, la
dieta funziona». Nella foga
dell’esultanza post vittoria
sul Brescia, i giocatori gli
hanno strappato la camicia:
«E’ già finita nel museo
nerazzurro», informa Silvestri.
E Gattuso: «Non mi
fregano più. Adesso giro
con una polo». Poi racconta:
«La situazione è sotto
gli occhi di tutti. Affonda
le radici nelle vicissitudini
che hanno portato
Petroni senior e Lucchesi a
dividere le loro strade, con
Petroni senior che è diventato
l’unico proprietario; il
fondo di Dubai che versa la
caparra, ma Petroni junior
dice che non si vende più.
Io sono un aziendalista, ma
l’azienda deve dire la verità,
deve mantenere fede agli
impegni, deve essere credibile.
Io lo chiamo stare in
trincea questo modo di essere
e non si può mai, sottolineo
mai, tradire la fiducia
dei tifosi. Tutto quello
che noi stiamo facendo, lo
facciamo per Pisa».
“DORMO POCO”. Rino sbotta:
«Non la vivo bene questa
situazione, sai? Dormo
poco. Penso e ripenso al
campo, ai giocatori, ai tifosi,
a tutto quanto abbiamo
attorno. Avverto la responsabilità
verso la città. La
preoccupazione è grande:
esiste il rischio che la situazione
precipiti. La pazienza
dei pisani non è infinita.
I pisani sono fantastici: non
ce n’è uno che ci abbia chi-
GATTUSO
PISA, PASSIONE
PIÙ FORTE DI ME
«Io vorrei solo allenare ma questa è la mia trincea
Perché se non lotti col cuore, la vita che senso ha?»
La situazione
«Io sono sempre
stato aziendalista
ma bisogna dire
la verità ed essere
sempre credibili»
Il sostegno
«I pisani sono
stati straordinari:
dagli albergatori
ai fornitori, mai
una porta chiusa»
Il patto
«Sentivo parlare
i miei solo di soldi
che non c’erano:
“mi sono rotto”
e siamo partiti»
Tondo e quadrato
«Ho provato
a stare in panchina
con misura: tutto
inutile, la mia
natura è una sola»
Servizi del nostro inviato a Pisa Xavier Jacobelli
Siete pronti? Allacciate le cinture
perché sull’ottovolante pisano
sta succedendo di tutto.
Il Pisa ha 107 anni. Ha vissuto
l’età dell’oro con Romeo Anconetani
(1978-1994). Conta
7 campionati in serie A e 31 in
serie B, ha vinto due Mitropa
Cup, due campionati di serie B,
una Coppa Italia di Lega Pro e
si è lasciato alle spalle due fallimenti,
l’ultimo nel 2009, l’anno
del Centenario.
EQUITATIVA. Attualmente, il proprietario
unico del club è Fabio
Petroni, 56 anni, imprenditore
romano, titolare della compagnia
di trasporto aeroportuale
Terravision, agli arresti domiciliari
sotto l’accusa di evasione
fiscale e bancarotta fraudolenta
nel quadro di un’inchiesta
della Guardia di Finanza.
Petroni respinge ogni addebito.
Il 27 giugno scorso assume
il controllo totale del club
rilevando il 50% delle azioni in
possesso di Fabrizio Lucchesi,
confermato direttore generale,
così come Gattuso viene confermato
allenatore della prima
squadra. In luglio si fa avanti il
fondo d’investimento Equitativa,
con sede a Dubai, rappresentato
dall’uomo d’affari Victor
Pablo Dana, 49 anni, ferrarese
trapiantato negli Emirati
Arabi, già al centro della fallita
trattativa fra Fininvest e Bee
Taechaubol per la cessione del
48% del Milan. Dana è soprannominato
Il Facilitatore per via
della sua inclinazione a favorire
e accelerare le operazioni
finanziarie di cui si occupa.
Ma questa trattativa è in salita
pure per lui.
SALTA TUTTO. Il 31 agosto scorso,
durante la trasmissione
Diario Nerazzurro, in onda
sulla tv 50 canale, il sindaco
di Pisa, Marco Filippeschi,
schierato in prima linea con la
squadra e con i tifosi, annuncia
che l’intesa fra le parti è vicina.
Dana conferma al telefono,
sempre su 50 Canale. Gattuso,
che aveva lasciato la guida della
squadra per protesta, reclamando
una soluzione chiara e
definitiva, torna sulla panchina
del Pisa che, nel frattempo,
non ha giocato la prima partita
di campionato con la Ternana.
Ma, quando tutto sembra
essere a posto, tutto salta,
nonostante il fondo abbia versato
davanti a un notaio i 310
mila euro di caparra e si sia
impegnato a pagare 5 milioni
190 mila euro per l’acquisizione
del club. Petroni decide
di non vendere più.
STADIO, ULTIMA BEGA. La situazione
è in fase di stallo. Il prossimo
appuntamento è fissato
per il 15 ottobre: entro quella
data devono essere pagati gli
stipendi dei tesserati, altrimenti
si rischia la penalizzazione. Ma
c’è la questione stadio: l’Arena
Garibaldi è chiusa al pubblico
perché, al contrario delle
promesse formulate in giugno
dalla proprietà, non sono
stati eseguiti i lavori necessari
per l’omologazione dell’impianto
in serie B e non è stata
ancora firmata la convenzione
con il Comune. Ieri sera l’Amministrazione
ha ricevuto l’ultima
bozza inviata dalla proprietà
del Pisa, ma l’assessore ai lavori
pubblici, Andrea Serfogli,
ha chiesto “garanzie di solidità”
per firmare l’intesa che deve
dare il via ai lavori. In particolare:
la società chiede una durata
di 15 anni invece dei 7 anni
proposti dal Comune che domanda
20 mila euro l’anno di
canone di concessione e 500
mila euro di cauzione. Petroni
ne offre 100 mila e chiede
a Lucchesi di occuparsi della
questione. Mercoledì scorso,
durante l’assemblea della Lega
B, il presidente Andrea Abodi
ha affermato: «Basta con i casi
tipo Pisa. Trasparenza, onorabilità,
consistenza patrimoniale:
dalla prossima stagione
saranno questi i requisiti indispensabili
per iscriversi al campionato
». Parole sante. Ecco
perché il ruolo di Abodi diventa
fondamentale per risolvere
una volta per tutte il caso Pisa.
Ma ora. Il presidente della Lega
B, la cui gestione è avanti anni
luce rispetto alla Lega di A, può
essere l’uomo che sblocca la situazione
imponendo il rispetto
delle regole fondamentali per
avere società più solide. A Pisa
non aspettano altro.
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anche una lettera